One More Show #30 - Notebook LM ricrea EasyApple (in italiano)

Salve e benvenuti a questa nuova esplorazione.

Ciao.

Oggi ci tuffiamo in alcune storie di tecnologia quotidiana.

Sai, quelle piccole avventure, a volte disavventure, con i gadget che usiamo sempre.

Esatto. Vediamo un po' quando la tecnologia ci aiuta e quando invece, diciamo, ci mette un po' i bastoni tra le ruote.

Proprio così.

Esamineremo un paio di casi, secondo me interessanti, e poi magari chiariamo anche un concetto tecnico che spesso, sai, si fraintende.

Ottima idea.

L'obiettivo è capire un po' meglio cosa c'è sotto il cofano, insomma.

Perfetto. Allora, partiamo subito con una vicenda che ha del comico, ma, guarda, anche un po' di panico.

Protagonista? Un Apple Watch.

Ah, interessante.

E una moglie, Elisa. Diciamo, un filino distratta.

Esce di casa, dimentica telefono e chiavi.

Aia.

Classico.

Il marito, Federico, immagino fosse al lavoro.

Esatto.

E Yui prova a chiamarla, ovviamente.

Eh, ma il telefono è a casa. Certo.

Proprio lì. Chiamata cellulare normale, muto. Controlla la localizzazione, sai, tipo l'app casa, l'auto.

Niente da fare. Datti vecchi.

Esatto. Non aggiornati. Federico, comprensibilmente, inizia a pensare al peggio. Sai com'è.

Mamma mia. E qui entra in gioco l'orologio.

Proprio lui. Elisa arriva vicino all'ufficio del marito. Si ricorda del wifi aziendale, l'orologio si collega.

Ah, ok.

E riesce a mandargli un iMessage. Panico rientrato.

Beh, meno male. E questo dimostra come l'Apple Watch stia diventando più autonomo, no?

Sì, per certe cose sì. Usa il wifi per funzioni dati, come iMessage, appunto.

Vero. Però, attenzione, c'è un limite importante qui, eh.

Cioè?

La chiamata cellulare classica, quella GSM per intenderci, non sarebbe arrivata all'orologio.

Quella passa sempre e solo dal telefono collegato.

Ah, giusto.

Per ricevere chiamate tipo FaceTime Audio o altre che la chiavoip sull'orologio, serve una connessione dati attiva.

O il wifi, come in questo caso, o la connessione cellulare propria dell'orologio, se è un modello cellular.

Capito. Quindi utile, sì, ma bisogna conoscere queste specifiche, altrimenti panico.

Esatto.

Tra l'altro, Federico raccontava che la funzione avviso se dimentichi quel giorno non aveva funzionato bene.

Doppia sfortuna.

Eh, a volte capita. C'è da dire però che se avessero avuto magari una serratura smart,

l'app casa o home assistant sull'orologio di Elisa,

lei magari sarebbe potuta rientrare usando wifi di casa, senza chiavi fisiche.

Caspita, vero? Un passo verso la casa connessa a prova di distrazione?

Diciamo di sì.

Senti, a proposito di tecnologia e sicurezza, ma dei dati stavolta, c'è un equivoco che sento spesso.

RAID non è backup. Vogliamo chiarirlo una volta per tutte?

Ah, fondamentale questo punto. Spesso si confondono.

Allora, il RAID, Redundant Ray of Independent Disks, serve per la continuità operativa.

Ok, continuità. Che significa?

Significa che se un disco nel tuo sistema, mettiamo un NAS, si rompe,

il sistema continua a funzionare. I dati sono distribuiti o duplicati,

in modo che puoi accedere a tutto anche con un disco in meno. Lo cambia al volo senza fermare tutto.

Quindi è come la ruota di scorta che ti fa continuare il viaggio, subito. Giusto.

Ottima analogia.

Ottima analogia, sì. Perfetta.

Ma?

Ma se cancelli per sbaglio un file importante, o se ti becchi un ransomware che cripta tutto,

o peggio, un incendio, un allagamento, il RAID non ti salva da queste cose.

Lì serve una copia separata dei dati. Un backup vero e proprio. Idealmente conservato altrove.

Quindi non basta avere il RAID per sentirsi sicuri. Anzi, tecnologico durato settimane.

C'è la racconta Luca.

Vediamo.

Che è successo?

Improvvisamente si ritrova bloccata. Vecchia versione di tvOS, la 17.2, non si schioda da lì.

E immagino che questo crei problemi a cascata.

Esatto. L'app di Prime Video per TVOS è stata scoperta.